IL PADRINO – RECENSIONE

Il Padrino (in lingua originale “The Godfather”) è un film diretto da Francis Ford Coppola e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Mario Puzo. Uscito nelle sale cinematografiche il 21 settembre 1972, è il primo capitolo della trilogia firmata dallo stesso regista.

Ambientata nel 1945 a New York, la pellicola ripercorre la storia della famiglia Corleone, il cui padrino, Vito Corleone (Marlon Brando), è un immigrato proveniente dalla Sicilia che gestisce il gioco d’azzardo illegale, e la guerra tra questa famiglia e il clan dei Tattaglia, dediti al traffico di stupefacenti, che verrà alla fine vinta dai Corleone con Michael Corleone (Al Pacino), figlio di Don Vito, alle redini della famiglia.

Il film di Coppola evidenzia l’aspetto più crudo della mafia, quello che coinvolge la famiglia. La faida tra le due famiglie, protagonista del film, non porta ad altro che alla perdita di chi si ama: è quello che succede a Vito Corleone che, per mezzo di questa guerra, perde proprio il suo primogenito Santino.

Questa pellicola è, tra tutte quelle che trattano l’argomento della criminalità organizzata, una delle poche che la mostra all’interno di un involucro familiare poiché è proprio la famiglia con le sue tradizioni e regole, al centro della storia de “Il Padrino”.

Altro elemento chiave del film è la mafia che, abbandonate le sue radici siciliane, si sposta oltreoceano giungendo fino a New York. Il regista mostra questo passaggio dall’Italia all’America utilizzando anche l’espediente cinematografico del frutto tipico siciliano dell’arancia che, marcia, come la mafia, dalla Sicilia giunge fino agli USA.

Questo è, secondo me, uno dei film che fa la differenza. La magnifica regia di Coppola che, giocando spesso con le ombre, fa apparire il film come un quadro, le fantastiche interpretazioni di Marlon Brando nei panni di un riluttante seppur elegante Vito Corleone e di Al Pacino in un giovane Michael, prima brav’uomo perché non ha a che fare con gli affari di famiglia, ma in seguito destinato a divenire il nuovo padrino della famiglia, il calore e l’amore familiare che si avverte in tutto il film, contrapposto alla violenza delle scene degli attentati e la grandiosa, malinconica, ma coinvolgente colonna sonora firmata da Nino Rota, rendono la pellicola uno dei più grandi cult ed uno dei migliori film della storia del cinema.

VOTO: 10/10

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